Il consulente filosofico vorrebbe in questo campo affrontare le questioni più delicate che interessano la crescita culturale e personale dell'alunno: la sua visione del mondo e delle cose, le sue relazioni umane e sociali, la sua percezione della realtà e i suoi importanti investimenti emotivi che non vanno sottovalutati né sprecati. Ciò al fine di completare, con un surplus di attenzione e cura della persona, l'offerta formativa dell'istituzione scolastica.
Affrontare il rischio educativo comporta l’acquisizione di diverse competenze e l’interazione di molteplici “agenzie” che devono lavorare in sinergia e con obiettivi condivisi. Ciò significa che da un lato è necessario elaborare un sistema sufficientemente aggiornato e flessibile delle mete educative che abbia ben presente i valori in gioco, i contesti sociali, le difficoltà epocali e le dinamiche legate al progresso tecnologico dei media e degli strumenti di trasmissione del sapere; dall’altro bisogna entrare in un delicato rapporto con i soggetti coinvolti, genitori, operatori sociali, insegnanti, e soprattutto con coloro che sono i protagonisti del discorso educativo, i giovani dall’infanzia all’adolescenza all’età adulta.
La consulenza filosofica può fornire a ciascuna di queste categorie, con strumenti diversi, il supporto di un’analisi razionale dei mezzi, dei fini e dei contenuti dell’educazione nel peculiare contesto socio-culturale in cui opera la singola agenzia educativa e soprattutto nella scuola che rappresenta l’istituzione all’interno della quale tutti gli agenti entrano fatalmente in relazione.
Qui possono essere approntati corsi - sia con gli insegnanti, sia con gli alunni - che elaborano concetti come “il disagio”, “la libertà”, “la comunicazione”, “la legge”, “l’amicizia”, “la solidarietà”, fino a quelli relativi alle dipendenze da droga o alcool o alla gestione razionale delle emozioni e dello stress, tutti temi che vanno a costruire uno sfondo etico-culturale condiviso sul quale s’innesta la prassi di una felice trasmissione del sapere e del saper-fare. Tali corsi si avvarranno delle procedure peculiari delle pratiche filosofiche, come per esempio la philosophy for children , o i seminari interattivi o le varie forme di dialogo filosofico-socratico. Accanto a ciò il consulente filosofico può contribuire ad affrontare le problematiche individuali che incontrano genitori, insegnanti ed alunni nel loro percorso all’interno dell’istituzione scolastica, valutando in un dialogo personale gli aspetti cognitivi, discorsivi, etici e ideologici della loro quotidianità e cercando quali possano essere i deficit di senso da affrontare e porre a tema. Tutto ciò costituisce nella società del cosiddetto “politeismo dei valori” e del disincanto un possibile ausilio per prevenire fallimenti, abbandoni scolastici, burn out e crisi irrisolte che costituiscono l’anticamera della devianza sociale, quando non di fenomeni di emarginazione, autolesionismo o violenza.