Che cos'è la consulenza filosofica?

Un tentativo di costruire una relazione d'aiuto che utilizzi la tradizione filosofica come strumento di approfondimento della conoscenza di sé e degli altri. Il tutto finalizzato a promuovere un cambiamento in positivo della visione del mondo e dello stile di vita delle persone.

 La consulenza filosofica è una relazione d’aiuto incentrata sulle potenzialità della tradizione filosofica e sull’analisi delle visioni del mondo. Il presupposto metodologico è che a partire dagli aspetti cognitivi e coscienti della personalità si può intervenire anche su quelli emotivi e/o inconsci e quindi porre a tema l’intero vissuto personale. Come ritiene M. Nussbaum nel suo L’intelligenza delle emozioni, in questo intreccio emotivo-cognitivo ne va anche del senso che ciascuno di noi attribuisce alla realtà e alla sua esistenza, e infine di tutto ciò che rientra nell’ambito del comportamento di fronte al mondo e alla vita (etica). Inversamente, tutti questi elementi richiamano una dimensione riflessiva e razionale che è appannaggio specifico della filosofia. Benché sin dall’antichità la disciplina filosofica sia stata definita una medicina dell’anima, la consulenza - così come viene intesa oggi a partire dagli autori che l’hanno introdotta nel 1982 in Germania e successivamente nel resto d’Europa, negli Usa e in Israele – non si propone finalità terapeutiche. Il suo intento è diverso: si tratta di costruire una forma di comunicazione interpersonale paritaria, in grado di affrontare problemi reali e pressanti per l’individuo, intercettando il suo senso di responsabilità anche sociale, la sua sensibilità, i suoi desideri, nella misura in cui essi affiorano al discorso e possono venire nel discorso trattati e sviscerati. Tutto ciò nella consapevolezza che quello che è serio ed importante per la vita concreta degli uomini non va sempre pensato come oggetto di terapia la quale, peraltro, può spesso comportare un atteggiamento rinunciatario e passivo nei confronti delle proprietà “miracolose” del farmaco (sia esso chimico o psicoterapeutico). Se non si riesce ad integrare la domanda circa il senso delle azioni e la ricerca della loro autenticità nella visione complessiva e nel progetto che gli individui e i gruppi elaborano per sé e per il proprio mondo, i quesiti fondamentali dell’esistenza possono restare tragicamente inevasi e destrutturare la personalità e la convivenza. Ma prima che ciò avvenga è possibile intervenire con strumenti innanzitutto culturali che agiscano interrogando e che, tramite l’interrogazione del mondo delle idee abitato da ciascuno, stimolino a costruire “proposte di mondo” (S. Natoli), alternative possibili e nuove vie esistenziali praticabili senza prescindere dal consenso critico e dall’autonoma capacità di giudizio dei soggetti coinvolti.

 

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